Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX.

Con il volume di Fabrizio Pesando e Marco Giglio prosegue la pubblicazione dei risultati dellimportante Progetto Regio VI. I primi secoli di Pompei, un intervento interuniversitario avviato nel 2000 dagli Atenei di Napoli LOrientale, Perugia, Trieste, Venezia e Siena, che - per la prima volta nella città, operavano congiuntamente insieme alla Soprintendenza per la conoscenza di unarea urbana. Lo studio rientra in quel fiorente periodo di studi e ricerche, promosso da Pier Giovanni Guzzo nel 1997 che mirava alla conoscenza delle fasi più antiche di Pompei. Un percorso di ricerca fondamentale anche per fornire alla Soprintendenza dati imprescindibili per poter programmare interventi di tutela e conservazione. A differenza però dei precedenti volumi, Rileggere Pompei V esce dai limiti topografici della Regio VI per concentrarsi su unarea poco nota della città, il settore nord-orientale, al fine di verificare se quanto era stato ipotizzato relativamente alle modalità di sviluppo del tessuto urbano per la Regio VI poteva essere valido anche in questa zona, caratterizzata da insulae atipiche per forma e dimensioni. A partire da queste riflessioni gli Autori, attraverso un percorso graduale in cui il dato analitico di ogni singola struttura muraria si ricompone in una sintesi storica-urbanistica, esplorano il rapporto tra abitazioni e botteghe che formavano linsula nonché anche quello tra linsula intesa nella sua complessità spaziale e diacronica con i confinanti assi viari, in particolare con il vicolo di Tesmo e via dellAbbondanza. Le ricerche sono state condotte con la stessa metodologia innovativa presentata nel dettaglio nel precedente volume di questa Collana: rilievo di tutte le evidenze, esaustiva ricerca darchivio, studio stratigrafico degli elevati e verifica con saggi stratigrafici mirati delle situazioni più complesse e difficilmente interpretabili. Lefficacia di tale metodo è evidente negli importanti risultati che emergono dalla lettura di questo corposo volume, le cui molteplici novità toccano ambiti di ricerca diversi ma complementari, a conferma, se ce ne fosse bisogno, dellapproccio globale messo in atto nello studio di questo settore della città. Dalla ricostruzione diacronica del tessuto urbano allo sviluppo dellarchitettura domestica, dagli studi epigrafici allanalisi di tutti i reperti mobili, non più solo il vasellame ceramico ma la cultura materiale nella sua totalità, dal più piccolo e umile chiodo in ferro ai preziosi arredi marmorei, ricontestualizzando anche quanto ora conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.