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Beskrivelse
Il libro nasce per documentare lo scontro generazionale di pensiero e di comportamento avvenuto nei primissimi anni 70 tra un gruppo di sacerdoti giovanissimi del Molise e le autorit della Chiesa. Si tratta quindi di una storia vera che assume i contorni di un vero e proprio documento che per una breve stagione ha creato una vera spaccatura nella regione Molise, ben presto, per , rientrata nei binari di una normalizzazione autoritaria, propria di chi si ritiene padrone della storia e padrone della vita degli individui. Agli inizi degli anni '60, con l'avvento alla guida della Chiesa di Papa Giovanni XXIII, il famoso papa 'buono', la Chiesa fu attraversata da un grande desiderio di rinnovamento. Aveva capito, sotto la spinta del suo pastore, che il "segno dei tempi" era cambiato e che era necessario che i sacerdoti uscissero dal tempio, dalle funzioni, dalle novene, dai funerali, dalle processioni ed entrassero di pi nella vita dell'uomo del ventesimo secolo. Per questo fu organizzato un Concilio che rovesci buona parte dell'atteggiamento dei preti e insegn che entrare nella vita dell'uomo significava "vivere" questa stessa vita ponendosi come sale della terra e luce del mondo (come dice il Vangelo), di quella terra e di quel mondo in cui si vive. Quindi i preti molisani dovevano vivere pienamente la vita dell'uomo molisano per capirla, illuminandola (in quanto 'luce') e dandole sapore (in quanto 'sale'). Il Molise da sempre ha vissuto una 'sua' storia, ai margini della storia dell'intero paese. Tutto si realizzato a prescindere dal Molise che rimasto sempre impantanato nella sua terra avara e pietrosa, dalla quale sono scappati in molti verso le citt e verso altre nazioni. La campagna e le piccole industrie andavano man mano a morire. I politici - sempre quelli e sempre assenti - hanno accarezzato la miseria dei molisani con promesse, promesse e promesse. Ma la ferrovia rimasta sempre a un binario solo e i treni non sono stati mai elettrificati. Le autorit della Chiesa locale (ben 4 Vescovi per una regione cos piccola) hanno sempre deciso di schierarsi dalla parte dei politici e non del contadino molisano. In questo contesto un gruppo di giovani sacerdoti cominci ad avanzare delle proposte nella logica dei nuovi segni dei tempi. Lo scontro fu durissimo: da una parte il 'vecchio' potere attaccato ai soldi e al prestigio, dall'altra il gruppo dei 'ribelli' che volevano liberare la chiesa molisana dal legaccio che la teneva stretta al potere e dirigerla nella vita dell'uomo molisano, liberarla, cio da tridui, cerimonie, funzioni, processioni... (molto remunerativi) e invitare questi pastori ad essere operaio, contadino, insegnante, impiegato, attore - cio - della sua vita e guadagnarsi il pane stando dalla parte di chi ha bisogno e non dalla parte dei potenti. Le proposte pratiche erano chiare: * i 'ribelli' proponevano per i preti il lavoro, la famiglia, l'inserimento attivo nelle strutture direzionali della societ . D'altra parte come avrebbe potuto un prete essere guida di genitori, spose, mariti, giovani... se non erano mai stati padri, genitori, giovani e non avevano mai avuto un famiglia a cui provvedere? * chiedevano alle autorit della Chiesa molisana di schierarsi dalla parte dell'uomo molisano perch anche lui potesse partecipare alla gestione della vita del paese, partecipare alle risorse di tutta la nazione e poter esprimere tutta la potenzialit dello sviluppo economico della propria regione. Non ci fu dialogo, ma solo l'inasprimento dello scontro che divenne insostenibile per il gruppo dei 'ribelli'. Anche perch molti preti 'giovani' di et , ma 'vecchi' di idee e di interessi personali preferirono schierarsi dalla parte delle sicurezze economiche dell'antico sistema. Cos vinsero LORO. E, come nelle usanze pi bieche del pi nero medioevo, gli sconfitti dovettero prendere la via dell'esilio.