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Beskrivelse
1977. Michela Visconti, protagonista de "Il mio tempo, gli anni '70", cresciuta, ed prossima alla Laurea in Psicologia all'Universit La Sapienza di Roma. ancora una candida pratolina, e la sua esistenza ruota intorno allo studio, alle amicizie e ai sentimenti, finch viene sconvolta da eventi impensabili. Tra scioperi in piazza e occupazioni degli atenei, una ragazza enigmatica, che lei percepisce minacciosa, irrompe nella sua vita. Un giorno, testimone oculare di un attentato terroristico, che sconvolge ancor pi il suo fragile equilibrio. Intanto, le amiche femministe la coinvolgono nella lotta per la libert sessuale e l'emancipazione femminile. Piano piano, quasi senza volere, si ritrova a manifestare a fianco degli "attivisti" e degli "indiani metropolitani" e a riflettere sul Movimento del '77, che per molti compagni rappresenta la perdita dell'innocenza. Allora, Michela vede alcuni giovani imbracciare le armi, e altri, i meno risolti, scegliere la droga. Quale cammino imboccher Michela? e i suoi amici?INCIPITIl mille novecento settantasette fu un anno terribile per l'Italia e per molti studenti. Fu una data risolutiva per Michela Visconti.*** "Sono in ritardo, caspita. Non ci sar un solo posto a sedere. Dovr ascoltare la lezione in piedi", pens , mentre beveva l'ultimo sorso di latte e caff che aveva preparato in gran fretta.Con gesti rapidi poggi la tazza nel lavandino e la risciacqu sotto l'acqua corrente. Usc dal cucinino del bilocale da studentessa universitaria fuori sede e si accost allo scaffale della libreria ingombro di ceramiche a tinte intense. Prese un blocco per gli appunti e lo pose nella capiente sacca di pelle, appesa al pomello.Tolse il pellicciotto di castorino sintetico dall'appendiabiti, lo indoss e chiuse gli alamari. Stacc la Tolfa e fece scivolare la tracolla sulla testa. Ahia, accidenti, imprec , mentre districava una ciocca che si era impigliata nella chiusura metallica. Sistem il manico su una spalla e di traverso sul petto in modo da porre la Catana lungo un fianco. Nella specchiera vide i capelli annodati su una tempia e un ciuffo ritto in aria. Indossare la borsa equivaleva a ritrovarsi arruffata o con qualche ciuffo strappato dalla fibbia. A rapidi tocchi, sistem la frangia e le bande laterali sulle spalle. La chioma incornici l'ovale del volto ancora acerbo in cui spiccavano i vivaci occhi verdi. Richiuse la porta dietro di s e scese di corsa la rampa di scale, prima di giungere al portone che affacciava su Via dei Sabelli. Usc in fretta dal palazzo per recuperare qualche minuto. Doveva prendere gli appunti, quello era l'ultimo esame, prima della dissertazione. Era necessario passarlo, altrimenti avrebbe dovuto discutere la tesi alla prossima sessione di Laurea. Non poteva permettersi il lusso di temporeggiare. Desiderava terminare quel percorso e iniziare la specializzazione.S'incammin a rapidi passi e prosegu tra la folla, urtando le persone.Scusi. Permesso, ripeteva, mentre proseguiva sotto gli sguardi degli uomini e dei ragazzi, attratti dalla sua graziosa figura esile di una morbida armonia. Per fortuna, abitava accanto alla sede del Corso di Psicologia dell'Universit La Sapienza di Roma e, dopo una breve corsa, giunse sull'inizio della spiegazione. L'aula rigurgitava studenti, come aveva immaginato. Adocchi una seggiola libera vicino alla porta posteriore e vi prese posto. Si concentr sulla lezione di Organizzazione e gestione delle risorse umane e inizi a prendere appunti con la solita diligenza. Fatic a concentrarsi, poich lo studente vicino a lei continuava a girarsi indietro per guardare una biondina che stava in piedi sulla soglia. Le parve che i due si scambiassero dei cenni d'intesa, ma vi diede scarso peso.Continu ad ascoltare nonostante l'irrequietezza del ragazzo. A un tratto, il tizio raccolse dal pavimento i propri libri e un eschimo dall'aspetto vissuto, si alz e usc , passando acca
