Du er ikke logget ind
Beskrivelse
Il numero di quest'anno si apre con un articolo di due giovani studiose, Chiara De Angelis e Michela Ventriglia, che danno conto della partecipazione del laboratorio LibeR (Libro e ricerca) all'impresa di Fragmentarium, il portale svizzero che da qualche anno ha assunto la guida degli studi sui frammenti di codici medievali, mettendo inoltre a disposizione la nuova rivista Fragmentology. Si tratta di un ottimo esempio di collaborazione internazionale, al quale non poteva mancare il contributo di quanti per ragioni storiche e geografiche sono o dovrebbero essere naturalmente portati allo studio dei numerosissimi frammenti che costituiscono oggi gli ultimi residui, sparsi per il mondo, di quelli che furono codici in beneventana Fra la cospicua messe di lavori censiti in questo volume sia consentito ricordare il libro di Erik Kwakkel e Francis Newton, Constantine the African and the Oldest Manuscript of His Pantegni, apparentemente dedicato soprattutto al codice 73 J 6 della Biblioteca Reale dell'Aia, un manoscritto in carolina prodotto certamente a Montecassino nell'ultimo quarto del secolo XI, durante l'operoso soggiorno nell'abbazia di Costantino Africano. La culla della beneventana nel suo periodo aureo ospito quindi una serie di copisti che padroneggiavano la tipologia grafica prevalente nell'Europa del tempo. Il loro lavoro e ricostruito dai due autori con grande acribia e attenzione alle modalita di produzione materiale delle versioni di Costantino, a ennesima dimostrazione che i codici andrebbero sempre studiati in ogni loro aspetto, se si vuole cogliere in pieno il significato dell'operazione intellettuale che ha presieduto alla loro creazione.